Azioni sul documento

“Tutto quello che sto per dirvi è falso”

comunicato stampa

Venerdì 21 marzo alle ore 21, Tiziana Di Masi porta al teatro Comunale di Persiceto il primo spettacolo inchiesta che entra nelle pieghe del business dei “falsi”, ricostruendo la “filiera del dolore” controllata dalle mafie. Si tratta della “prima” in provincia di Bologna per uno spettacolo già rappresentato in molte altre città italiane. Ingresso gratuito.




19/03/2014

Va in scena per la prima volta in provincia di Bologna, dopo il successo raccolto in altre città italiane, “Tutto quello che sto per dirvi è falso” primo spettacolo di “teatro civile anticontraffazione”, interpretato da Tiziana Di Masi. La rappresentazione si terrà a San Giovanni in Persiceto venerdì 21 marzo alle ore 21 presso il Teatro Comunale. Lo spettacolo, realizzato in collaborazione con il Comune di San Giovanni in Persiceto, è ad ingresso gratuito fino a esaurimento posti.
Tiziana Di Masi, tuttora in scena con Mafie in pentola. Libera Terra, il sapore di una sfida (oltre 150 repliche in tre anni), indaga per la prima volta, con il suo teatro civile e d’impegno sociale, il business della contraffazione a 360 gradi, gli ambiti in cui il “falso” prospera (agroalimentare, moda, farmaceutica, meccanica, audio/video ecc) e assicura utili alle mafie che lo gestiscono.
“Il progetto – si legge nella presentazione dello spettacolo – punta a diffondere la cultura della legalità, partendo dal confronto con un pubblico consapevole per trasmettere il senso del Made in Italy non solo nell’ottica economica o in termini di valorizzazione di brand, ma anche come scelta di campo per difendere il valore della comunità, la salute, la sicurezza dei consumatori, la difesa della legalità. Tutto quello che sto per dirvi è falso pone l’accento sulla nocività per la salute della quasi totalità degli oggetti contraffatti – dai giocattoli all’abbigliamento fino ai prodotti alimentari e ai farmaci – e sull’esistenza di una “filiera del dolore” di cui ciascun cittadino/consumatore diviene parte (e complice) nel momento in cui sceglie di acquistare un bene contraffatto, alimentando il business delle mafie che su di esso prosperano. Inoltre questo progetto pone l’accento sul danno economico diretto che impatta sulle comunità. Il giro d’affari della contraffazione, che soltanto in Italia è stimato a 6,9 miliardi di euro, sottrae infatti 110 mila posti di lavoro regolari all’anno e, nel mondo, costringe 115 milioni di bambini sotto i 14 anni a lavorare invece di andare a scuola”.

Lorenza Govoni
Ufficio stampa, tel. 051.6812795

Ultima modifica
25/03/2014 16:11