Il Consorzio Agrario dei Partecipanti o Partecipanza è una antichissima forma di proprietà terriera che affonda le sue radici nel XII secolo e ancora oggi coinvolge i Partecipanti, ovvero i discendenti in linea maschile delle originarie famiglie persicetane. L’origine dei beni che costituiscono l’attuale patrimonio del Consorzio è da attribuirsi a concessioni di vasti appezzamenti di terreno paludoso, boschivo e prativo fatte già dal secolo XII dall’Abate di Nonantola e dal Vescovo di Bologna all’antica comunità persicetana. Queste concessioni, dette enfiteutiche, prevedevano la clausola ad meliorandum, cioè l’impegno di bonificare e coltivare le terre pagando un canone di affitto, e di osservare l’incolato, cioè la residenza continua nel luogo, pena la perdita della concessione. Si trattava a quel tempo di uno dei mezzi più utilizzati per affrontare il vasto problema del dissodamento e della bonifica, poiché lo sforzo dei singoli sarebbe stato vano.

La peculiarità dell’istituto della Partecipanza è il perdurare di questo tipo di concessione fino ai giorni nostri. Se, infatti, in tutti gli altri casi, la concessione ad meliorandum ha dato luogo ad una evoluzione verso la proprietà privata, nel caso delle Partecipanze invece la formula delle enfiteusi permane attraverso i secoli, come testimoniano i rinnovi delle concessioni stesse, rilasciati dall’Abate di Nonantola e dal Vescovo di Bologna. In particolare, per la Partecipanza persicetana come per le altre della zona, il motivo risiedeva nell’avere i terreni nelle zone “basse” soggette ad inondazione.

San Giovanni in Persiceto era circondata da fiumi in continuo movimento quali il Reno, il Samoggia e il Panaro. Quando sul finire del 1400 i fiumi consolidarono il loro corso, nella comunità persicetana si affermò il concetto che solo con lo sforzo collettivo si potevano raggiungere dei risultati. Per questo motivo le famiglie originarie, quelle che avevano attuato le bonifiche, decisero di chiudersi di fronte al sopraggiungere nel territorio persicetano di tanti interessati a godere di quelle terre già dissodate e già sul finire del 1400 si cominciò a lavorare sulla stesura dei ”capitoli”, per disciplinare il godimento dei beni riservato alle famiglie originarie, prima d’allora lasciato alle consuetudini. 

Nel 1833 si giunse infine alla divisione fra Comune e Partecipanza e tra il 1865 e il 1869 il Consorzio affrancò definitivamente i suoi terreni. Oggi il Consorzio dei Partecipanti di San Giovanni in Persiceto è una Associazione Agraria, proprietaria di estesi appezzamenti di terreno e costituita tuttora dalla collettività dei Partecipanti, i quali, ogni nove anni, partecipano al riparto delle terre.

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