Le origini

Palazzo SS. Salvatore fu progettato dall’architetto bolognese Giuseppe Civoli (1705-1778) nel 1734 e venne eretto tra il 1737 e il 1768 sull’area un tempo occupata dalla rocca medievale (demolita nel XVI secolo). Inizialmente destinato dalla comunità locale ad ospedale per i poveri infermi, nel 1959 divenne sede della Biblioteca comunale.
Gli ambienti della biblioteca ospitano, al primo piano, alcuni dipinti di scuola bolognese di proprietà comunale, tra cui si segnala la Caduta di San Paolo da cavallo, attribuita a Giuseppe Maria Crespi (1665-1747).

La prima Biblioteca comunale fu costituita nel 1852 in un vano del Municipio. Gravemente danneggiata dai moti per la tassa sul macinato (7 gennaio 1869), negli anni seguenti venne ricostituita mediante l’acquisizione di nuovi libri, di un piccolo fondo librario appartenuto al soppresso monastero di San Francesco e di un notevole numero di opere storiche, politiche, letterarie e giuridiche. Dal 1952 si iniziò un piano di riordinamento del materiale e di incremento del patrimonio bibliografico tramite nuovi acquisti e donazioni da parte di enti e istituti vari. Nel 1955 la biblioteca fu intitolata a Giulio Cesare Croce, scrittore e cantastorie persicetano che agli inizi del ‘600 scrisse Le sottilissime astutie di Bertoldo. Trasferita nel 1959 nel Palazzo SS. Salvatore, negli anni ‘60 acquisì diverse donazioni private che arricchirono il suo patrimonio.

 

Un centro culturale

Dal 1995 la biblioteca fa parte del Servizio Bibliotecario Nazionale, all’interno del Polo di Bologna, ed ospita due sezioni, adulti e ragazzi. Presso la sede di Palazzo SS. Salvatore è possibile assistere a mostre, presentazioni di libri, incontri con gli autori, convegni. Vengono organizzate anche visite guidate per adulti e scolaresche. Dal 1968 la biblioteca “Croce” pubblica inoltre una propria rivista di storia e cultura locale, “Strada Maestra”, a periodicità annuale fino al 1984, poi semestrale.

Nel 2007 il patrimonio complessivo della biblioteca “Croce” era di ben 230.000 unità bibliografiche, a cui si aggiungono una ricca emeroteca, rilevanti collezioni fotografiche, manoscritti, fondi museali e un piccolo fondo antico ex-conventuale (secoli XVI-XVIII).

 

Raccolte di pregio

Intorno al “Giornale d’Italia” è raccolto un corpus documentario fra i più importanti e organici della biblioteca. Figura centrale di questa sezione è Alberto Bergamini (1871-1962), persicetano, fondatore e direttore del “Giornale d’Italia” fino al suo distacco dal fascismo nel 1923, senatore dal 1920 e deputato alla Costituente all’indomani della Liberazione. Questo fondo librario e documentario è composto da 6.675 volumi, 2.025 opuscoli sciolti (prevalentemente letteratura italiana e francese, storia,
memorialistica), oltre a migliaia di lettere di amici, scrittori e uomini politici.

Un altro fondo di grande pregio è costituito dalla più ampia raccolta mondiale degli scritti di e sullo storico delle religioni Raffaele Pettazzoni (1883-1959). Il fondo librario comprende 2.044 volumi e 3.307 opuscoli, tra cui pubblicazioni delle varie discipline storiche, oltre a classici antichi e moderni.

Altrettanto ricca e curata è la collezione degli scritti dei suoi allievi raccolti attorno alla Scuola romana di studi storico-religiosi.

Dal 1988 presso palazzo SS. Salvatore è ospitato anche l’Archivio storico comunale. Il materiale documentario, precedentemente conservato nel palazzo comunale, è datato
dal 1114 al 1949 ed è costituito da 5431 pezzi di cui 115 relativi ai secoli XII-XVIII. Tra i vari documenti conservati vi è un’importante serie di atti pubblici che vanno dal secolo XIII al 1792 e che attestano fatti salienti della vita giuridico-amministrativa del comune.